Il progetto

La transumanza ha rappresentato per milenni un fenomeno di grande importanza economica, con risvolti significativi anche sul piano sociale e culturale.
Fino alla metà del Novecento il bestiame – soprattutto grandi greggi di pecore – veniva spostato stagionalmente dall’Appennino (Tosco-emiliano, Umbro-marchigiano e in parte abruzzese) alla Maremma, alla Tuscia, alla Campagna romana, all’Agro pontino (e viceversa).
Un vero e proprio “universo” si è costruito nel tempo attorno a questa pastorizia semi-nomade,  interessando istituzioni pubbliche e private, modellando paesaggi e territori, influenzando mentalità e relazioni sociali, definendo saperi, mestieri, tradizioni.
Entro tale contesto, le vie della transumanza sono uno dei segni più evidenti di questa pratica plurisecolare: da più parti della catena appenninica scendevano a valle sentieri, piste, strade che  portavano ai pascoli invernali (e che consentivano poi il rientro in primavera).
E’proprio lungo questi itinerari che la transumanza ha lasciato traccia della sua storia; una storia fatta – oltre che di pecorsi più o meno fissi –  di fonti per l’abbeverata, di piccole chiese rurali, di spedute edicole ai crocicchi, di mercati, locande, poderi attrezzati per le soste. Sono tracce talvolta ancora evidenti in ruderi e in manufatti, ma più spesso da recuperare a partire da espressioni culturali ed artistiche, dalle tradizioni, dalle produzioni tipiche, dalle ricette culinarie, dalla toponomastica dei luoghi che si attraversano ripercorrendo tali antiche vie.

Come Costess e come Fuori dalle Vie Maestre, da dieci anni stiamo studiando, ricostruendo e “provando in bici” le principali vie di transumanza dell’Italia centrale,  quelle cioè che consentivano il collegamento tra i pascoli estivi dell’Appennino centrale (Tosco-emiliano, Umbro-marchigiano e in parte abruzzese) e i pascoli invernali della Maremma, della Tuscia, della Campagna romana, dell’Agro pontino.
Si tratta di un work in progress che ha già prodotto diversi risultati (e altri ne produrrà); in questo sito proviamo a darne conto, nella speranza di offrire un contributo tanto alla promozione di un turismo sostenibile, quanto alla valorizzazione di una ricchezza storica, culturale ed ambientale ormai riconosciuta quale “patrimonio intangibile dell’umanità”.
Abbiamo esordito nel 2012 con la Via dei Biozzi (la via di transumanza più orientale della Toscana), rispetto alla quale siamo riusciti a realizzare diverse edizioni di una manifestazione in bici finalizzata proprio alla rievocazione del viaggio dei pastori, effettuando il percorso in settembre, dalla montagna al mare, ed effettuando lungo il tragitto soste per incontri con il pubblico animati da canzoni, video, letture a tema, racconti, ecc.
Ha fatto seguito, nel 2015, la pubblicazione di Sulle orme dei pastori, volume che presentava le cinque principali vie di transumanza in Toscana, proponendole quali percorsi ciclo-escursionistici.
Abbiamo quindi proseguito lavorando all’identificazione e alla ricostruzione degli itinerari che interessano Umbria e Lazio (in misura minore anche Marche e Abruzzo). Stiamo parlando di oltre dieci percorsi, ai quali dedichiamo una seie di fascicoli monografici (sempre nell’ottica della definizione di itinerari ciclo-escursionistici), riuniti nel ciclo A svernar nel Lazio.